In una classifica dominata da brand blasonati e realtà emergenti da tutto il mondo, a rappresentare l’Etna e la Sicilia c’è lo spumante rosato della storica azienda vitivinicola della famiglia Nicosia, unico spumante del Sud d’Italia tra le 16 etichette del Belpaese.
Stupore, gioia, e poi immensa soddisfazione. Alla notizia dell’inserimento dello spumante Santi Tre Santi Etna Doc Rosato Brut nella classifica dei migliori 100 vini del 2022 stilata dal prestigioso magazine Usa Wine Enthusiast, in seguito alla degustazione e valutazione di ben 21.000 campioni da tutto il mondo, la primissima reazione in casa Nicosia è stata di grande sorpresa.
Simile alla sensazione con cui era stata accolta, mesi or sono, la conquista dei 5 Grappoli Bibenda e la successiva nomination agli Oscar del Vino dello scorso giugno nella categoria Miglior Vino Rosato d’Italia per lo stesso rosé da uve Nerello Mascalese.
«Nonostante i successi di critica e vendite che i vini dell’Etna stanno mietendo, non ci si abitua mai a notizie come queste. Certo, c’è l’orgoglio nell’aver portato idealmente tutta l’Etna, con i suoi tanti produttori impegnati giorno per giorno nella valorizzazione dei suoi vini, ad una ribalta così importante a livello internazionale» afferma oggi un raggiante Graziano Nicosia.
Bisogna scorrere la classifica “The Enthusiast 100”, guidata da un Pinot Noir australiano e da sua maestà il Barolo (sono 16 i vini dall’Italia, paese più rappresentato in lista dopo gli Usa e davanti a Francia e Spagna) e superare brand blasonati e realtà emergenti del panorama enologico da tutto il mondo, per arrivare a quel nome, Sosta Tre Santi, divenuto ormai sinonimo di bollicine vulcaniche.
La presenza in una delle classifiche più attese nel mondo del vino, con un’influenza determinate sul mercato americano, giunge a coronamento di un 2022 segnato da una crescita importante dell’azienda proprio negli States, dove da qualche mese a rappresentare il marchio e i vini Nicosia è Winebow, uno degli importatori tradizionalmente più autorevoli nella promozione del vino italiano.
Il Produttore
«Trovarsi in mezzo a nomi che hanno fatto la storia del vino e del metodo classico italiano, da Pio Cesare a Ferrari, da Frescobaldi a Ca’ del Bosco, fa un po’ tremare i polsi. – aggiunge Graziano Nicosia – Ma siamo consapevoli che si tratta di un traguardo che viene da lontano, e nasce da un lungo e paziente percorso di ricerca, svolto sin dall’inizio interamente in azienda, dalle uve alla bottiglia, grazie all’impegno quotidiano di un’intera squadra.».
Produttore under 40 e consigliere con delega al metodo classico del Consorzio di Tutela dei Vini Etna Doc, un cassetto pieno di sogni, ma piedi saldamente piantati per terra, Graziano guida la storica cantina di famiglia sul versante Est del vulcano insieme al padre Carmelo e al fratello Francesco.
L’enologa
Ha sempre spinto fortemente, sin dal suo ingresso a tempo pieno in azienda dieci anni fa, per lo sviluppo di quel progetto metodo classico da uve autoctone che sente proprio ‘suo’, spalleggiato convintamente dall’enologa Maria Carella, principale artefice dei vini firmati Nicosia.
«Crediamo da tempo alla vocazione del nostro territorio nella produzione spumantistica. – racconta l’enologa – Qui sull’Etna non manca nulla: altitudine, suoli ricchi di minerali, escursioni termiche e condizioni pedoclimatiche ideali.
E poi, due varietà autoctone dalle qualità uniche. Da un lato, la freschezza e l’eleganza del Carricante, comunemente apprezzata sui bianchi fermi, ma riscontrabile anche in spumanti champenoise come il nostro. E dall’altro, il Nerello, che non finisce mai di sorprendermi per la sua personalità, la sua complessità, e per quella versatilità di cui è esempio il nostro Rosato Brut».
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