L’Etna fra i territori dei grandi Bianchi
Un coraggioso confronto tra vini che sfiorano la leggenda e in mezzo a questi sorseggiare il Carricante, “L’Etna fra i territori dei grandi Bianchi” è divenuto rapidamente un appuntamento cult di ViniMilo.
Da un’idea di Benanti Viticoltori, dal 2017 l’Etna dialoga con altri territori per provare a capirne andamento, traiettoria e possibilità d’evoluzione.
Quest’anno focus Europa con comparazioni che hanno toccato diverse zone e sottozone di Loira, Germania e Borgogna.
Ieri sera a Milo sala sold out e platea delle grandi occasioni per partecipare alla degustazione guidata dal giornalista specializzato Federico Latteri con Benanti Viticoltori rappresentati da Agatino Failla e dal team aziendale che ha curato anche l’organizzazione affidata all’esperienza di Simona Florio, e gli interventi di Maurizio Lunetta Direttore del Consorzio Etna DOC e del Sindaco di Milo Alfio Cosentino.
«Oggi può sembrare facile cimentarsi in questa osservazione, ma cinque anni fa quando Antonio Benanti ha avuto l’ardore di proporre al pubblico questa nuova chiave di lettura poteva sembrare un azzardo »
Agatino Failla, Global Sales Marketing Manager con 11 anni di esperienza nella rete commerciale di Benanti Winery
«Vorrei ricordare – ha continuato Failla – che nel mercato americano il Carricante e l’Etna Bianco Superiore fino al 2012 erano pressoché sconosciuti. È stato fatto un grande lavoro e adesso abbiamo una maturità e una consapevolezza vinicola: siamo pronti per confrontarci con altri grandi territori e di questo dobbiamo ringraziare i produttori e chi è andato in giro per il mondo con la valigia carica di vini etnei».
La formula della degustazione è stata leggermente rimaneggiata: per la prima volta il vino è stato degustato in una suddivisione di 3 mini batterie da 5 assaggi, di cui gli ultimi due sono assaggi etnei. Non soltanto Etna Bianco DOC a marchio Benanti ma anche Barone di Villagrande, Curtaz – Eredi Di Maio, I Vigneri e Tenuta di Fessina.
È proprio questa apertura che mantiene Benanti nella pole position di azienda pilota dell’areale etneo, la casa vinicola che già negli anni ’90 imbottigliava ed etichettava i monovitigno in un panorama in cui la regola era lo sfuso, ecco che adesso offre un’altra ispirazione: l’Etna può rivendicare a livello globale e con audacia lo spirito locale e la tipicità dei vini vulcanici.
Le etichette selezionate spiccano per essere di aziende vinicole “modello” note per storicità e importanza, riferimenti utili per cogliere potenzialità ed evoluzioni possibili dell’autoctono etneo.
«Questo è uno degli incontri tematici che più qualifica la manifestazione e la porta a livelli internazionali – sottolinea il primo cittadino di Milo, Alfio Cosentino – un confronto che vuole trasmettere a tutti gli appassionati una presa di coscienza che è già in atto tra i produttori: l’Etna è un grande areale, uno dei più apprezzati al mondo».
Quella che oggi è una visione si sta velocemente trasformando in un obiettivo da raggiungere un passo alla volta come spiega Maurizio Lunetta, Direttore Consorzio Etna DOC: «Quando pensiamo ai vini italiani più importanti ci vengono in mente i rossi: Amarone, Brunello, Barolo. La sensazione che raccogliamo oggi negli ambienti del vino internazionali è che l’Etna Bianco DOC ha tutte le carte in regola per essere il bianco italiano per definizione. Un’ambizione che pian piano sta diventando accessibile».
Le 3 batterie in degustazione
Prima batteria: “La Loira e l’Etna”
1. Saumur Blanc 2021 – Chateau de Villeneuve
2. Sancerre cuvée “Galinot – Silex” 2018 – Domaine Gitton Pere et Fils
3. Pouilly-Fumé “101 Rangs” 2017 – Château de Tracy
4. Etna Bianco Superiore Contrada Villagrande 2018 – Barone di Villagrande
5. Etna Bianco Superiore Pietra Marina 2017 – Benanti
Nel primo vino emerge la freschezza e ricchezza dello Chenin Blanc con timbro minerale. La seconda azienda è tra le prime a vinificare le singole parcelle, presenta percezioni minerali di pietra focaia, con il terroir che prevale sul Sauvignon Blanc . L’ultimo assaggio d’oltralpe è un sito vitivinicolo antichissimo produttivo dal 1396, un Sauvignon Blanc molto performante, complesso, sfaccettato. È importante segnalare il cambio di passo: è un azzardo passare da un vitigno semi aromatico ad un vitigno che di aromatico non ha nulla, l’Etna Bianco Superiore 2018 di Barone di Villagrande emana al naso una piacevole traccia di idrocarburo e arriva al palato con pulizia ed eleganza. Etna Bianco Superiore 2017 di Benanti è di grande equilibrio e spiccata acidità, un vino che ancora ha davanti un orizzonte temporale molto ampio.
Seconda batteria: “Il Riesling Tedesco e l’Etna”
1. Riesling Hendelberg Erste Lage 2020 – Peter Jacob Kuhn
2. Riesling Gimmeldinger Kapellenberg 2020 – Christmann
3. Riesling Falkenlay 2019 – Clemens Busch
4. Etna Bianco Superiore Contrada Rinazzo 2020 – Benanti
5. Etna Bianco Superiore Kudos 2018 – Federico Curtaz-Eredi Di Maio
Tre produttori in biodinamica sfidano l’enologia leggera del vulcano. Il primo assaggio viene da Rheingau (Renovia) il Riesling in questa interpretazione si carica del territorio e restituisce un sorso di grande completezza. Il secondo calice è un Riesling della DO Pfalz, anticipa un naso molto fruttato che al palato si amplifica con un portamento tagliente e verticale. L’ultimo sorso tedesco è un’espressione magnificente di Riesling con un naso intenso di frutta tropicale, note erbacee e minerali per un sorso di grande freschezza e sapidità. Contrada Rinazzo 2020 di Benanti sfodera la sapidità, la freschezza e tipicità con un divenire che si prospetta molto avvincente. Ultimo assaggio etneo, raccontato dal giovane Andrea Di Maio mostra un vino molto definito e di struttura.
Terza batteria: “La Borgogna e l’Etna”
1. Chablis 1er cru “Les Lys” 2018 – Maison La Chablisienne
2. Pouilly Fuissè 2018 – Domaine Leflaive
3. Meursault 1er cru “Genevrières” 2018 – Domaine Michelot
4. Etna Bianco Superiore VignaDiMilo 2020 – I Vigneri di Salvo Foti
5. Etna Bianco Il Musmeci Contrada Caselle 2019 – Tenuta di Fessina
Altro blocco francese che ospita il match più complesso: lo Chardonnay declinato da realtà vinicole a dir poco emblematiche. I 300 associati de La Chablisienne posseggono il 25% della totalità dei vigneti della AOC e producono un vino molto rappresentativo: tutta la verticalità e la definizione di un sorso complesso ed armonico. Un magistrale Pouilly-Fuissé per Domaine Leflaive, espressione diretta del terroir da cui proviene. Ultimo assaggio europeo da Mersault, cuore della Borgogna in bianco: un assaggio intenso, profondo. Segue l’Etna Bianco Superiore di Salvo Foti con il suo profilo molto pulito, l’Etna riconoscibile e identitaria. Ultimo assaggio da Contrada Caselle: spettro olfattivo ampio, palato impattante.