“Prime Donne” è il nome di un Premio Internazionale nato nel 1999 come prosecuzione del Premio Barbi Colombini creato diciotto anni prima dalla stessa famiglia di Montalcino.
Un anno prima Donatella Cinelli Colombini iniziava la sua avventura di vignaiola indipendente staccandosi dall’attività di famiglia e nell’organizzare i primi passi della sua cantina, l’incipit aziendale fu una telefonata alla scuola di enologia di Siena per assumere un bravo studente che si prendesse cura quotidiana dei vini.
La risposta fu secca: nessun giovane disponibile, tutti prenotati con anni di anticipo; c’erano però molte “enotecnico donna” perché nessuna buona cantina le assumeva.
Una rimanenza considerata “normale” che a parità di qualifica professionale discriminava le donne, un fatto inaccettabile per Donatella Cinelli Colombini che non solo fondò una cantina con un team tutto al femminile ma da questo episodio iniziò a pensare tutti i modi possibili per colmare il gender gap.
Nasce così il Progetto Prime Donne che valorizza, sostiene e promuove il lavoro delle donne in ambito viticolo e civile.
Se nel linguaggio comune la primadonna è la diva prevaricante, protagonista patologica che oscura le altre, nella vision di Cinelli Colombini è intuitivo comprendere che quel “prime donne” al plurale collettivo si riferisce alle pioniere della parità livellatrice, le iniziatrici che per prime smontano barriere e scardinano ruoli, conquistandosi tutto con merito e competenza.
Il Premio “Prime Donne”
La cerimonia di premiazione nel teatro degli Astrusi di Montalcino finalmente riprende il prossimo 17 Settembre dopo due anni di stop imposti dalla pandemia.
La giuria sceglie ogni anno un personaggio femminile che si distingue come esempio positivo per le altre donne nella ricerca, nel lavoro e nella società civile.
La commissione è composta da Donatella Cinelli Colombini che ne è presidente, Stefania Rossini, Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Scafuri, Daniela Viglione e Anna Pesenti.
Si nomina un profilo che possa ispirare le lavoratrici in paese come difficile come il nostro, quell’Italia ferma al 63esimo posto in una classifica di 146 paesi, subito dopo Uganda e Zambia (Fonte: Global Gender Gap Index 2022 del World Economic Forum), nel rapporto tra raggiungimento degli obiettivi di parità tra uomini e donne in diversi campi: la partecipazione economica e politica, il livello di istruzione, la salute.
Dedicato al territorio, nei suoi primi 21 anni di vita il riconoscimento ha contribuito alla fama di Montalcino valorizzando i migliori articoli, servizi radiotelevisivi e scatti fotografici sul territorio, le persone e soprattutto il Brunello.
Il bando di concorso è diviso in tre sezioni: oltre al “Premio Prima Donna”, si assegnano altri due riconoscimenti.
Il “Premio Io e Montalcino” per scrittori e giornalisti italiani o stranieri autori di articoli, libri, servizi televisivi o radiofonici o pagine web sul tema “Io e Montalcino”, interpretazione personale anche in chiave fantastica e favolistica di Montalcino nei suoi aspetti storici, culturali, paesaggistici e agricoli; il “Premio Consorzio del Brunello” per giornalisti italiani o stranieri specializzati nel ramo vitivinicolo, autori di libri o articoli pubblicati su quotidiani o periodici d’informazione e cultura, o servizi televisivi o radiofonici o pagine web sul tema “Il Brunello e gli altri vini di Montalcino”.
I vincitori ricevono, oltre al denaro, bottiglie di Brunello e la possibilità di soggiornare per una settimana nell’areale del Brunello; un’opportunità che per molti giornalisti, soprattutto esteri, si è consolidata in un legame permanente con il territorio.
I premiati del 2022
Nell’albo d’oro del Premio Prime Donne tante autorevoli personalità da settori differenti: nel 2003 Carla Fracci, nel l’astronauta 2010 Samantha Cristoforetti, nel 2015 la Sindaca di Lampedusa Giuseppina Maria Nicolini, nel 2018 la calciatrice professionista 2018 Sara Gama.
Per il 2022 è la giornalista Elena Testi, inviata di Tagadà La7 sul fronte ucraino, la ‘Prima donna’ decretata per l’imminente edizione.
Premiati altri due giornalisti che hanno contribuito alla divulgazione di Montalcino e dei suoi vini: Chiara Beghelli, a cui è andato il premio “Io e Montalcino” per il podcast de Il Sole 24 Ore del 23 gennaio scorso in cui parla del Brunello di Montalcino a seguito dell’indagine di Wine Intelligence.
Infine a dimostrazione che la parità è fluida c’è anche un uomo sul podio, perché il merito è di chi lo produce, indistintamente dal genere a cui appartiene: ad Aldo Fiordelli è stato attribuito il “Premio Consorzio del Brunello” per numerosi articoli pubblicati sul Corriere Fiorentino.