Fiano e Vermentino di Sicilia. No, non è una contraddizione. È solo l’ultimo passaggio delle ricerche di Mandrarossa, la cooperativa che rappresenta 175 soci e più di 500 Ettari vitati a Menfi (AG).
Sin dalla sua fondazione Mandrarossa, etichetta di prestigio nata nel 1999 da una costola di Settesoli, ha avviato importanti mappature e zonazioni dell’areale volte a comprendere in modo “scientifico” il territorio.
«L’intento è sempre stato quello di offrire strumenti e informazioni utili ai nostri soci – spiega il presidente Giuseppe Bursi, massima carica direzionale della più grande realtà cooperativa di Sicilia – per ottimizzare i lavori in vigna e in cantina. L’obiettivo è progredire nelle coltivazioni a basso impatto ambientale che restituiscono vini puliti, godibili. Sentiamo forte la responsabilità sociale delle famiglie del nostro territorio e le sosteniamo guidandole con risorse tecnologiche che le porteranno a fare uve sane e buoni vini. Oggi il vino è ricerca e conoscenza».
Una vision che non si scontra con la tradizione ma la abbraccia come candida premessa: non basta più perpetuare il gesto antico, occorre andare oltre, indagare e sperimentare per immettere sul mercato un prodotto che abbia qualità riconducibili ai varietali e al terroir.
«Microclimi, vitigni autoctoni e alloctoni, suoli che vanno dal calcareo all’argilloso che nel nostro comprensorio sono di 5 tipologie: in questi anni tutto è stato oggetto di accurate verifiche e prove tecniche – racconta l’agronomo Filippo Buttafuoco, in Mandrarossa da oltre 20 anni – abbiamo anche un App per geolocalizzare i vigneti dei nostri soci, liste broadcast su whatsapp per informarli su meteo ed eventuali trattamenti, un sistema di monitoraggio e supporto per le vendemmie che durano oltre 60 gg: iniziamo ad Agosto con il Pinot Grigio e ultimiamo a fine Settembre con il Grecanico Dorato».
Scoprire Menfi con i Winetour
Dai filari sulle sabbie alle verdi colline: il Menfishire è un mosaico di vigne che si interseca con i colori intensi del Mediterraneo.
Il Bosco di Magaggiaro, Contrada Finocchio ma anche la nuova Cantina che domina il panorama intorno, sono i punti strategici dei Winetour Mandrarossa.
Un’occasione per scoprire quella “Sicilia che non t’aspetti” evocata dal claim aziendale.
Tra le tante referenze firmate dall’impresa collettiva, una selezione di due etichette “varietali”, due “innovativi” e una “storia ritrovata” sono un campione rappresentativo del lavoro aziendale fatto su fronti diversi: la continuità con gli autoctoni, la strategia del cambiamento, la sinergia con altri territori siciliani.
6 vini per conoscere Mandrarossa
Grillo 2021, Sicilia DOC
Luminoso e fresco, i parametri del Grillo in purezza sono facilmente identificabili in questo assaggio che offre un naso “marino” attraversato da spunte vegetali e un palato fragrante.
Frappato 2021, Terre Siciliane IGT
La trasparenza e la vivacità del colore rubino è il primo contatto con il Frappato 100% che al naso si apre con note di frutta a polpa rossa: ciliegie, prugne ma anche arilli di melagrana. In bocca ha un’ottima integrità: durezza e freschezza sostengono un sorso agile e di sapore. Da godere con i piatti di pesce e con una temperatura piuttosto fresca: 14-16°.
Larcéra 2021, Terre Siciliane IGT
Ultimo nato in casa Mandrarossa, Larcéra è Vermentino in purezza da uve provenienti da una selezioni di vigneti a Menfi e a Santa Margherita Belice. L’olfatto rimanda note di campo: paglia e fiori di campo. In bocca è equilibrato, regala un finale pulito e persistente.
Fiano 2021, Terre Siciliane IGT
Naso ipnotico di gelsomino e note vegetali, tracce agrumate e di erbe aromatiche si intrecciano nel calice. Il sorso gode di una spinta iniziale che fa entrare subito in empatia con l’assaggio dal portamento minerale. Un vino conviviale, particolarmente adatto all’aperitivo.
Serapias 2020, Passito di Pantelleria DOC
Una referenza che esula dall’areale menfitano e approda sull’isola di Pantelleria per raccontare tutti gli aspetti del potenziale vinicolo siciliano. “Serapias” è un’orchidea selvaggia che cresce nei terreni vulcanici panteschi ed è anche una “storia ritrovata” nella collaborazione con la vignaiola isolana Francesca Minardi, custode dei filari di Zibibbo e degli alberelli panteschi di Mandrarossa.
Le uve di Zibibbo vengono raccolte manualmente in cassette, una parte viene posta ad appassire per circa 20/22 giorni, successivamente l’uva passa viene aggiunta al mosto in fermentazione proveniente dalle uve fresche.
Il naso è una sinfonia di sentori: frutta tropicale, albicocche candite, ma anche la foglia del cappero, suggestioni floreali e spunte iodate. In bocca il vino è rotondo, morbido, garbatamente dolce. Finale molto persistente, di gusto.