Profili più alti e minore affluenza. Al fotofinish finale la 54esima edizione di Vinitaly si distingue per qualità di offerta, di pubblico e di programmazione.
Un’interazione avvenuta soprattutto con l’utenza internazionale. Vinitaly 2022 verrà ricordato per il record storico di incidenza di buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25.000 operatori stranieri (da 139 Paesi) rappresentano infatti il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera (88.000).
Ancora una volta lo spazio Sicilia è stato uno dei padiglioni più visitati con un’affluenza costante e massiccia nei 4 giorni di fiera.
Il Consorzio Etna Doc per la prima volta ha organizzato 4 masterclass sui vini etnei, coinvolgendo tutti i produttori presenti. Il primo tasting dedicato agli spumanti dell’Etna è andato sold out nel giro di 20 minuti, mentre tutti gli altri sono stati destinati ai gruppi di tecnici della prestigiosa academy di Vinitaly International: assaggiatori da Nord America, Regno Unito, Corea del Sud e Giappone hanno degustato ed espresso grande apprezzamento per i vini del vulcano. I tasting, organizzati dal direttivo del Consorzio, sono stati guidati dal giornalista specializzato Federico Latteri in collaborazione con Cronache di Gusto.
L’area Mixology ha registrato il tutto esaurito, il vino si interfaccia anche con la miscelazione. L’indagine dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly sul mercato americano evidenzia come le nuove generazioni “miscelino” sempre di più il vino con le nuove bevande socializzanti.
Altro momento da incorniciare di questo Vinitaly appena archiviato è la Degustazione Storica con le sette donne iconiche del vino Italiano. Monica Larner di Wine Advocate e Alison Napjus di Wine Spectator hanno condiviso il palco per la prima volta. Le due importanti giornaliste e critiche enologiche hanno raccontato le storie di sette cantine italiane con a capo sette figure femminili. Sette donne che hanno scritto una pagina importante di enologia – ed economia – italiana e vini d’autore per dare voce a una storia e a una narrazione volte a rivelare l’anima più autentica del vino italiano.
Parliamo della donna alfiere dell’Amarone Marilisa Allegrini, della regina del Super Tuscan Albiera Antinori, dell’unica donna tra i “Barolo Boys” Chiara Boschis, della “Signora del Teroldego” Elisabetta Foradori, del genio dei terreni vulcanici Elena Fucci, dell’ereditiera del leggendario Sassicaia Priscilla Incisa della Rocchetta, e della fiera portavoce della Sicilia Arianna Occhipinti.
Ciascuna ha presentato il proprio vino d’autore, raccontando le proprie storie personali con il contributo e il supporto di Larner e Napjus.
Significative le iniziative solidali destinate al difficile momento che vive l’Ucraina, sostenuta da Veronafiere con il ricavato delle masterclass di Vinitaly. In tutto sono state 76 le super-degustazioni con un guadagno stimato in 80mila euro che saranno interamente devoluti in favore della Caritas e dell’accoglienza dei profughi.
Scopo benefico anche per l’asta “Vini per la pace” organizzata dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino in collaborazione con il Consorzio del vino Chianti Classico DOCG e il Consorzio di tutela vini Bolgheri e Bolgheri Sassicaia DOC. Il ricavato dei trenta lotti di vini d’annata offerti dai produttori soci dei consorzi aiuterà strutture di accoglienza a Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino.
Le parole degli espositori non lasciano dubbi: questo è davvero il Vinitaly della ripartenza.
Sergio Zingarelli, presidente Rocca delle Macìe (Toscana). “Siamo stati tra gli espositori della Special Edition di ottobre un po’ per spirito di solidarietà e anche per una voglia di ripartenza. Già in quella occasione, il risultato fu migliore delle aspettative. In questo Vinitaly sono cambiati un po’ i numeri, però abbiamo riscontrato tantissimi operatori provenienti dall’estero. Bene anche le presenze italiane. Sicuramente c’è stata meno affluenza rispetto alle passate edizioni ma con più qualità. E questo è ciò che ci serve”.
Andrea Farinetti, Fontanafredda (Piemonte). “Vinitaly è andato molto bene. La pandemia ci ha insegnato tante cose: una su tutte la gestione del tempo che in questa edizione è stato uno dei parametri più efficienti. Bene gli ingressi limitati e le presenze di qualità. Siamo riusciti ad ottimizzare bene gli appuntamenti con buyer e fornitori. È finalmente tornata una fiera business con nuove opportunità e nuove conoscenze. Emozionante anche rivedere partner internazionali: dagli Stati Uniti, dall’Europa, dal Giappone. Abbiamo rilevato sempre più attenzione verso i veri tesori italiani, ovvero tutti quei vini non facilmente replicabili. Il Made in Italy sta bene e deve tenersi stretta la qualità”.
Antonio Rallo, Ad Donnafugata (Sicilia). “Abbiamo atteso davvero tanto questo 54° Vinitaly e siamo stati assolutamente ripagati. Un grande Vinitaly sin dal primo giorno, tantissimi stranieri e tantissimi operatori italiani, ristoratori ed enotecari. Inoltre, abbiamo avuto una grande presenza dall’estero. Quindi tutto ci fa presagire che – malgrado le tempeste – questo possa essere un buon anno”.