di Valeria Lopis – “Qualunque espressione si usi per esaltare una bellezza, essa non fa mai l’impressione che produce la vista della bellezza stessa.” Dalla magia delle parole racchiuse in “Mille e una notte” sgorga quella saggezza medio-orientale arcaica e profonda, la stessa di cui è ancora intrisa una certa Sicilia di tradizioni antiche legate alla terra.
La figura di Sherazade, una donna che porta avanti le altre donne e il lato femminile attraverso la narrazione, è una metafora non troppo lontana da José Rallo l’affascinante signora del vino e ambasciatrice nel mondo del made in sicily che contribuisce insieme alla famiglia alla storia di successo del brand Donnafugata, casa vinicola fondata nel 1983 dal padre Giacomo a Contessa Entellina.
L’ipnosi del racconto che avvolge somiglia a quel fascino inebriante che esprimono certi vini che alimentano come microstorie una storia più grande che è l’etichetta; un mondo che ha spesso sommerso e oscurato il valore del contributo femminile, ma non in casa Rallo.
José Rallo si racconta in un’intervista esclusiva: l’enoturismo che verrà, il neoarrivato rosato che rinnova la partnership con la prestigiosa maisonDolce&Gabbana, il ruolo proattivo delle donne in ambito enologico, il restauro degli storici pupi siciliani e i progetti a sostegno della cultura e dell’identità regionale, i primi passi sulle orme di mamma Gabriella socia fondatrice e tessera n. 2 dell’Associazione Donne del Vino.
1) L’HO ASCOLTATA POCHI GIORNI FA DURANTE L’EDIZIONE WEB DI SICILIA EN PRIMEUR, LEI FA PARTE DEL CDA DI ASSOVINI SICILIA E IL PRESIDENTE PLANETA DURANTE IL GLOBAL WEBINAR LE HA GIRATO UNA DOMANDA RELATIVA ALL’ENOTURISMO ALLA QUALE HA RISPOSTO PARLANDO DI TAKE AWAY E DELIVERY, DUE MODALITÀ CHE SI SONO RIVELATE UTILI PER LA RISTORAZIONE E POTREBBERO AIUTARE ANCHE I PRODUTTORI DI VINO. CI RACCONTA LA SUA IDEA?
“Considerata la difficoltà di proporre, almeno in questo momento, degustazioni in cantina, abbiamo pensato di essere vicini ai nostri appassionati in vari modi. Nel mese di maggio abbiamo aperto un sito di e-commerce proprietario, capace di spedire in Italia, in Europa e in altri paesi del mondo. Ai primi di giugno nelle cantine di Marsala e a seguire in quelle di Randazzo sull’Etna, riapriranno i nostri punti vendita. Per questi stiamo valutando un’apertura graduale, passando da una formula take away, con prenotazione e ritiro delle bottiglie all’ingresso della cantina, fino all’apertura vera e propria del punto vendita. Da luglio anche Pantelleria riaprirà il suo punto vendita. Qui, per ragioni logistiche, molto probabilmente adotteremo esclusivamente la formula del take away o quella della consegna a domicilio per i numerosi villeggianti appassionati di Donnafugata.
Nel frattempo, le nuove tecnologie ci aiutano a stare vicini alle persone. Abbiamo condiviso tante degustazioni live sui nostri canali social, con un programma dedicato a temi e territori diversi; cercando di coinvolgere gli appassionati in un momento così delicato. E’ stata così l’edizione on-linedi Cantine Aperte con degustazioni live da Marsala e dall’Etna, con tour virtuali delle cantine, cercando di ricreare – per quanto possibile – l’esperienza di visita dell’enoturista per festeggiare insieme la cultura e la socialità del vino.
Quando ripartiranno le visite, il nostro obiettivo sarà quello di assicurare la massima sicurezza, ma anche il massimo comfort, per non perdere il senso della calorosa ospitalità siciliana per la quale Donnafugata si è sempre distinta.
2) ENOTURISMO, TURISMO VERDE E SLOW: QUANTO PENSA SIA IMPORTANTE PER LA SICILIA QUESTO SEGMENTO? COSA PUÒ FARE CIASCUNO DI NOI PER RAFFORZARE QUESTO SETTORE?
“E’ stato rilevato che la Sicilia, grazie al suo clima mediterraneo, non conosce fenomeni di riscaldamento globale e presenta straordinarie condizioni per una viticoltura sostenibile. La Sicilia si presenta dunque come una regione altamente vocata per l’enoturismo e il turismo verde: grazie alla straordinaria diversità di ecosistemi e le favorevoli condizioni climatiche.
La viticoltura è anche un importante elemento di tutela del paesaggio. Mentre ci proteggono da uno sviluppo edilizio incontrollato, i vigneti svolgono anche una funzione di protezione dei terreni dal rischio di erosione. Esempi eloquenti sono i terrazzamenti dell’Etna o dell’isola di Pantelleria, dove i vigneti rappresentano un modo per evitare l’abbandono di terreni vocati ma “fragili”, vigneti in cui viene impiegato un monte ore 3 volte superiore a quello necessario per un vigneto di collina e che nel caso di vini di qualità – quali il Ben Ryé Passito di Pantelleria o il Fragore Etna Rosso – trovano una piena sostenibilità economica.
D’altra parte sostenibilità ambientale è uno dei punti di forza dell’isola: la Sicilia ha la maggiore quota di vigneto BIO d’Italia con il 34% ed un notevole utilizzo della lotta integrata in viticoltura. Il patrimonio di oltre 60 varietà autoctone coltivate in territori unici, è un elemento che dimostra la straordinaria diversità e ricchezza del continente vitivinicolo “Sicilia”. Questo patrimonio, unito a quello naturalistico e culturale offre infiniti motivi di attrazione per i turisti e in particolare per quelli alla ricerca di esperienze green e slow. Per non parlare della tradizione gastronomica siciliana che è capace di rendere memorabile ogni vacanza nell’isola.
Per rafforzare il turismo, il vino siciliano deve puntare sempre di più sulla qualità e su produzioni capaci di raccontare il loro territorio unico di origine. Quando parliamo della Sicilia dobbiamo ricordare tutti questi valori, soprattutto oggi che il virus svela la fragilità della civiltà umana; fragile quanto il nostro pianeta e le risorse naturali. Pertanto, dobbiamo ripensare a molti aspetti della nostra vita e dei nostri sistemi produttivi. Questa emergenza, dovremmo considerarla un’opportunità per lavorare ad un mondo più sostenibile.”
3) IL LOCKDOWN CON IL SETTORE HO.RE.CA. CHIUSO È STATO UN DISASTRO PER ALCUNI PICCOLI PRODUTTORI, ALTRI AFFERMANO DI ESSERE SOPRAVVISSUTI ECONOMICAMENTE GRAZIE ALLA VENDITE ON LINE CHE NEL FRATTEMPO SONO CRESCIUTE COMPENSANDO ALMENO IN PARTE I CANALI MANCANTI. PER DONNAFUGATA COM’È ANDATA? E COSA SI ASPETTA NELL’IMMEDIATO FUTURO? DA COSA SI RICOMINCERÀ?
“Non ci siamo mai fermati, né in vigna né in cantina e abbiamo continuato a presidiare le principali funzioni aziendali. Certamente il lockdown ci ha spinti a trovare nuove soluzioni per essere più vicini al trade e ai consumatori finali. Per fare alcuni esempi, abbiamo dato visibilità ai clienti che in Italia e all’estero offrivano e offrono l’home delivery: enoteche, ristoranti, e-commerce, li abbiamo censiti, pubblicati e promossi sui nostri canali social con la campagna #iobevoacasa. Questo ha favorito l’offerta dei nostri vini e in parte compensato la mancanza dei consumi “fuori casa”.
Abbiamo anche intensificato la comunicazione sui canali social @DonnafugataWine. Le degustazioni live su Instagram sono risultate particolarmente popolari ed hanno visto i volti e le voci di Donnafugata dialogare con chef, sommelier e altri professionisti del vino.
In generale, le abitudini di consumo sono cambiate e dobbiamo prenderne atto, anche il calo del turismo si riflette e si rifletterà sull’Horeca nei prossimi mesi, riducendo i consumi di vino in Italia e tutto questo non potrà essere facilmente compensato. Ci vorrà del tempo perchè i consumi tornino ai livelli del 2019.
Di fronte a questi oggettivi motivi di preoccupazione, dobbiamo usare la nostra creatività e la nostra capacità di innovazione per trovare nuove opportunità di business. Abbiamo per esempio appena lanciato il nostro e-commerce, pensato come un’esclusiva boutique dove poter acquistare direttamente tutta la gamma dei nostri prodotti e anche alcune rarità, come annate speciali e grandi formati. L’Horeca resta comunque il luogo privilegiato per il consumo di vino di qualità e siamo felici che ristoranti e wine bar stiano riaprendo; siamo una filiera che va sostenuta nel suo complesso – vino, Horeca, turismo – e questo è quello che con le nostre associazioni di categoria stiamo dicendo alle Istituzioni.”
4) IL PREMIO MARISA BELLISARIO NEL 2002, L’ONORIFICENZA DI CAVALIERE DELL’ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA NEL 2009, NEL 2018 HA SFIORATO LA CARICA DI MINISTRO DELL’AGRICOLTURA E NON È ESCLUSO CHE LA POLITICA TORNI A BUSSARE ALLA SUA PORTA: UNA CARRIERA RICCA DI RICONOSCIMENTI DI VALORE CHE SONO SEMPRE INTRECCIATI ALL’IMPRENDITORIA AL FEMMINILE. COSA SI SENTE DI DIRE ALLE DONNE CHE OGGI FANNO IMPRESA IN ITALIA?
“I miei genitori, Gabriella e Giacomo, mi hanno insegnato che sarei stata giudicata in base ai miei meriti e non in base al genere. Non ho mai sperimentato il mondo del vino come un mondo puramente maschile né vissuto l’essere donna come uno svantaggio. La diversità mi affascina ed il confronto è per per me fonte di motivazione. Il consiglio che mi sento di dare è quindi quello di perseguire i propri obiettivi, di dare corso alle proprie passioni e di fare ciò che si ama, fidandosi del proprio intuito, senza temere le novità o i cambiamenti. Dando sempre il massimo, continuando ad aggiornarsi e confrontarsi perché il successo rende responsabili e va meritato giorno dopo giorno. Da alcuni anni ho ripreso attivamente lo studio del tedesco, una lingua che amo e che ho iniziato ad usare anche nel lavoro con grande soddisfazione.”
5) QUOTE ROSA E LAVORO: SECONDO LEI OGGI UNA DONNA HA DIFFICOLTÀ AD INSERIRSI IN CERTI AMBIENTI LAVORATIVI O SIAMO FINALMENTE GIUNTI A UNA PARITÀ REALE NELLA QUALE CONTANO LE COMPETENZE? QUAL È LA SUA PERCEZIONE?
“Quello che emerge dalle ricerche, è che sicuramente non abbiamo ancora raggiunto una parità reale in Italia.Sono però convinta che nelle aziende competitive e che si misurano con il mercato globale, le competenze ed il merito diventano sempre più importanti e questi sono fattori che spingono verso la parità. Ci sono ancora oggi professioni considerate più “femminili”, come l’insegnamento, ovvero ruoli di vertice in alcuni settori dell’economia con una forte presenza “maschile” e questo anche in virtù del fatto che ancora oggi il peso del ménage familiare grava principalmente sulle spalle della donna, mentre le politiche pubbliche e le aziende stesse dovrebbero aiutare molto di più la conciliazione lavoro-famiglia.
Per quanto riguarda Donnafugata, il ruolo delle donne è sempre stato molto rilevante. Un modo di fare impresa voluto, sin dall’inizio, dai miei genitori, un modello ancora oggi assolutamente al passo con i tempi. Per quanto riguarda le posizioni manageriali, al vertice delle diverse funzioni aziendali, le donne rappresentano il 40%.Considerando invece l’azienda nel suo complesso, al netto del settore produttivo (vigna e cantina) che pure vede una donna in posizione apicale, la presenza femminile è pari al 52%. Infine, grande importanza è data alla formazione continua delle risorse umane con aggiornamenti professionali mirati alle esigenze di ciascun ambito lavorativo. Donnafugata è una squadra di persone, uomini e donne, orientata all’eccellenza.”Josè e il fratello Antonio. Foto B. Pilotto
6) E’ DI FEBBRAIO SCORSO LA NOTIZIA CHE IL “BEN RYÉ” 2017 È MIGLIOR VINO SECONDO L’AUTOREVOLE LUCA MARONI CHE CON UN PUNTEGGIO DI 99/100 PREMIA IL PASSITO DI PANTELLERIA CHE È FIGLIO DI UNA VITICOLTURA EROICA E DELLA CIVILTÀ MEDITERRANEA. SAPPIAMO CHE LEI È MOLTO LEGATA ALL’ISOLA E ALLA PRODUZIONE DI QUESTA ETICHETTA, CI RACCONTI LE EMOZIONI DI QUESTO VINO E SE PUÒ UN RICORDO CHE VI LEGA.
“Ben Ryé è un vino dolce ed inebriante che proviene da un’isola per molti versi “estrema” tra la Sicilia occidentale e l’Africa. Un’isola estrema per la sua natura vulcanica e climatica, i terrazzamenti e la pratica agricola dell’alberello Patrimonio dell’Unesco. Ben Ryé che in arabo vuol dire “figlio del vento” rappresenta l’essenza di Pantelleria: il vento che soffia fra i grappoli e che porta con sé un carico di profumi così intensi da poterli toccare. Questo vino celebra l’amore, la cura e la fatica della viticoltura eroica dell’uomo su un’isola unica e affascinante. Sono particolarmente legata a questo vino non solo per la sua straordinaria ricchezza organolettica, ma perché mi ricorda il grande coraggio e la visione che hanno avuto i miei genitori quando hanno deciso di voler produrre il Passito a Pantelleria. Nonostante fosse un’isola poco nota e così difficile hanno colto questa grande sfida perché sapevano che solo in un luogo così particolare si poteva produrre un vino unico nel suo genere.”
7) ROSA, UN NOME SEMPLICE ED EVOCATIVO PER LA NUOVA REFERENZA NATA IN CASA DONNAFUGATA. UN VINO CHE CELEBRA UN MATRIMONIO D’AMORE TRA L’ETICHETTA E LA MAISON DOLCE&GABBANA, LO SFONDO È LA SICILIA E LA SUA CULTURA MILLENARIA. CI RACCONTA QUALCOSA DI PIÙ RIGUARDO A QUESTO BLEND DI NERELLO MASCALESE E NOCERA, DUE VITIGNI AUTOCTONI CHE RAPPRESENTANO DUE TERRITORI DIVERSI DELL’ISOLA?
“Donnafugata e Dolce&Gabbana rinnovano la loro partnership con un progetto produttivo pluriennale. Due aziende che condividono la passione per il fare artigianale e l’amore incondizionato per la Sicilia. Rosa è il frutto di un blend originale di due vitigni autoctoni tra i più importanti della tradizione dell’isola: il Nerello Mascalese e il Nocera. Connotato da una raffinata sfumatura rosa, questo vino si contraddistingue per un elegante bouquet di gelsomino, arricchito da delicati sentori di fragolina di bosco, pesca e bergamotto. Mentre il Nerello Mascalese conferisce una particolare mineralità e delicatezza floreale derivante dalla natura vulcanica e dal microclima delle pendici dell’Etna dove è prodotto, il Nocera, un’antica varietà che dopo anni di sperimentazione abbiamo deciso di coltivare sulle colline di Contessa Entellina, conferisce l’accattivante componente fruttata di Rosa. Una sfida ancora più speciale in un momento così delicato della nostra vita.”José e mamma Gabriella. Foto F. Gambina
8) LE DONNE HANNO STRAVOLTO IN POSITIVO IL PANORAMA ENOLOGICO ITALIANO, SEMPRE PIÙ DONNE GUIDANO AZIENDE AGRICOLE DI SUCCESSO, UNA RIVOLUZIONE SILENZIOSA MA ORMAI DEFINITIVA E LEI NE È STATA UNA PIONIERA: CI RACCONTA COM’È CAMBIATO IN QUESTI ANNI IL MONDO DEL VINO?
“Grazie per il complimento, ma devo riconoscere che la vera pioniera è stata mia madre Gabriella. Una donna fantastica che eredita, negli anni ’70, i vigneti nella zona di Contessa Entellina nella Sicilia sud-occidentale. Interprete e insegnante di inglese, Gabriella entra nel mondo del vino lasciandosi tutto alle spalle, puntando sull’innovazione delle tecniche e delle varietà per produrre uve eccellenti, premessa di grandi vini. Nel 1983, insieme a mio padre Giacomo, quarta generazione di una famiglia dedita al vino di qualità dal 1851, decidono di lanciarsi in una nuova avventura produttiva. Insieme danno vita a Donnafugata e ad una nuova percezione del vino siciliano.
Come figlia, mi reputo assolutamente fortunata, con una madre pioniera coraggiosa ed un padre imprenditore visionario e assolutamente femminista. Dopo la laurea, ho trascorso alcuni anni fuori dall’azienda di famiglia in una importante società di consulenza aziendale. L’amore per la musica poi mi ha fatto conoscere mio marito e mi ha riportato in Sicilia. Quando sono entrata in Donnafugata, negli anni ’90, non ho mai pensato che sarebbe stato difficile per me interpretare il mio ruolo, dire la mia opinione, gestire una squadra. Mia madre – protagonista e forza trainante dell’azienda – è stata un grande esempio di determinazione per me ed ha influenzato profondamente il mio modo di essere, mentre mio padre mi ha sempre sostenuta e spinta a guardare al futuro con ottimismo e capacità di visione. Ecco perché amo realizzare progetti a lungo termine e adoro le sfide. Anche nella comunicazione ho portato avanti forme innovative come il Donnafugata Music&Wine. Un progetto di degustazioni musicali, in cui canto i miei vini in giro per il mondo, in location uniche: dal Blue Note di New York al Museo dell’Acropoli di Atene. Incontrare Donnafugata in queste occasioni è un’esperienza unica per chi ama il vino e la musica. 30 anni in Donnafugata, in compagnia dei miei genitori, hanno rappresentato un percorso di crescita professionale e di assunzione graduale di sempre maggiori responsabilità che ha portato me e mio fratello Antonio alla carica di Amministratori Delegati, prima ancora che nostro padre ci lasciasse.
Da quando io e mia madre siamo entrate nel mondo del vino molte cose sono cambiate. Mia madre Gabriella è stata tra le fondatrici dell’Associazione Donne del Vino, tessera numero 2. Era il 1988 e l’Associazione contava 70 socie. Oggi in Italia siamo più di 800 con circa 500 produttrici, mentre la Sicilia conta quasi 40 associate. La presenza sempre più significativa delle donne in azienda ha portato, secondo me, importanti cambiamenti culturali. La creatività, l’amore per l’arte e la cultura del territorio. L’amore per l’accoglienza e per il turismo del vino. Il rispetto per l’ambiente e le tante buone pratiche per la sostenibilità (risparmio energetico, energia pulita, biodiversità, ecc.). Sensibilità e scelte aziendali che hanno arricchito il mondo del vino.”
9) “LE DONNE DEL VINO” È ANCHE UNA CAPILLARE ASSOCIAZIONE CHE SI BATTE PER FARE RETE TRA IMPRENDITRICI E COMUNICATRICI DEL VINO, IMPORTANTE COMPARTO ECONOMICO PER IL BELPAESE, QUANTO È IMPORTANTE IL LAVORO DELLE ASSOCIAZIONI IN QUESTO MOMENTO STORICO?
“Fare squadra è sempre importante – in qualunque momento – e in momenti difficili come questo ce lo ricordano. Le Donne del Vino non solo hanno come obiettivo di promuovere il ruolo delle donne nel lavoro e nella società, ma di far accrescere la cultura del vino di qualità ed il consumo responsabile. Essere unite ci permette di comunicare in modo più efficace valori come la sostenibilità, la cultura del cibo e del vino che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy; anche il confronto e lo scambio di esperienze è uno dei punti di forza delle Donne del Vino per la nostra crescita professionale, qualcosa di molto importante in momenti come questo in cui bisogna tirare fuori ogni risorsa creativa e innovativa.”Foto F. Gambina
10) CI LASCI CON UN IMPEGNO DA REALIZZARE IN SICILIA, TERRA CHE NONOSTANTE LA SUA VOCAZIONE COSMOPOLITA LEI HA SCELTO PER VIVERCI: CI RACCONTI QUALE SARÀ UN SUO PROSSIMO PROGETTO DA REALIZZARE DA QUI AD 1 ANNO NEL TERRITORIO.
“Bella domanda! Abbiamo diversi progetti in corso … Un progetto importante per la promozione del territorio è stata l’apertura della nostra cantina a Randazzo sull’Etna ai visitatori. Speriamo di riaprire presto offrendo la massima sicurezza e il massimo comfort in pieno stile Donnafugata. Immaginiamo di potere sfruttare i percorsi in vigna e gli ampi spazi all’aperto di cui godono anche le altre nostre tenute. C’è poi un progetto, al quale tengo molto e di cui non vedo l’ora di vedere i risultati. Nel 2019, l’interesse per l’Opera dei Pupi – Patrimonio dell’UNESCO – ci ha portati a collaborare con il Museo Internazionale delle Marionette Antonio Pasqualino di Palermo e a finanziare il restauro di due preziosi Pupi Siciliani: Angelica e Carinda, il pupo più antico della collezione datato 1828. Arte e vino anche in questa iniziativa, rendono Donnafugata un po’ più speciale.”